Progetto Piantiamola “Bosco Vivo Legato Alpi”
relazione bosco vigonovo.pdf (leggi tutto)
Comunicato stampa dai circoli Legambiente di padova, Riviera del Brenta e Saonara-Vigonovo
PROGETTO IDROVIA PADOVA-MARE, LE OSSERVAZIONI DI LEGAMBIENTE
Una grande occasione per cambiare volto al territorio!
Si è chiusa domenica 31 luglio il termine tecnico per presentare osservazioni al progetto preliminare di Idrovia Padova -Mare, depositato circa un mese fa.
Un’altro importante passo avanti nell’iter progettuale, che ora auspichiamo debba avviarsi senza ripensamenti verso la fase definitiva, valutando adeguatamente le osservazioni pervenute da amministrazioni, comitati ed associazioni dei territori attraversati dall’opera.
Opera l’Idrovia che Legambiente ritiene indispensabile per la messa in sicurezza da alluvioni come la storica del ’66 e le più recenti come nel 2010, è anche un tassello fondamentale di grande progetto strategico di rango europeo per lo sviluppo di un trasporto merci sostenibile, oltre che importante per l’apporto di sedimenti ed acque dolci in laguna di Venezia, ma anche una straordinaria occasione di riqualificazione del territorio costruita intorno all’ “elemento acqua”, tratto fondante della nostra storia e cultura.
Innanzitutto abbiamo ribadito l’incompatibilità di progetti “paralleli” all’idrovia che andrebbero a comprometterne in modo irreversibile la valenza ambientale e la vivibilità, come l’elettrodotto aereo da 380000 voltdi cui le comunità locali chiedono l’interramento, e l’ autostrada “camionabile” che deve essere stralciata dalla pianificazione regionale.
Abbiamo anche apprezzato nel progetto gli interessanti interventi di valorizzazione ambientale dell’area che segnano positivamente un cambio di passo nella progettazione.
Ma è un passo ancora troppo timido, e non valuta sufficientemente la grande potenzialità di quest’opera che con la possibilità di unire natura , cultura e turismo sostenibile può offrire ad un’area così vasta ed importante a ridosso del patrimonio storico della Riviera del Brenta.
La “Cicloidrovia” prevista lungo gli arginiè senz’altro un progetto condivisibile, ma riteniamo insufficiente la sua connessione al contesto territoriale.
Per sviluppare la mobilità ciclabile è necessario che questa arteria ciclabile sia collegata in modo capillare con centri abitati e siti produttivi, per permetterne anche un uso quotidiano casa/lavoro/studio agevole e sicuro.
L’ aspetto sportivo/ricreativo della Cicloidroviarimane fondamentale ma per assumere rilevanza vaintegrato tramite il collegamento alla rete gia esistenti o in progetto (circuito fluviale di Padova, ciclovia del Bacchiglione, ciclovia del Brenta etc.) favorendo così nuove forme di economia legate al turismo sportivo/culturale/ambientale già presenti in molte zone d’Europa .
Relativamente alla valorizzazione ambientale prevista è apprezzabile la progettazione di aree umide , di fitodepurazione e di aree boscate, alle quali tuttavia nel complesso manca l ‘elemento “continuità”, indispensabile per gli spostamenti faunistici e per il recupero di biodiversità.
Perdita di habitat, degrado e frammentazione sono di gran lunga i maggiori fattori della perdita di biodiversità terrestre a livello europeo negli ultimi 50 anni, e questa è un’occasione da non sprecare;
assieme all ‘infrastruttura idraulica va creata un’ “infrastruttura eco-funzionale”, un corridoio ecologico ininterrotto da Padova alla laguna interconnesso ad ambiti naturali già esistenti come Brenta, Novissimo e corsi minori, in una visione complessiva del sistema ambientale veneto.
E va tenuto conto di tutte le aree già escavate dova la natura nel tempo ha ripreso i propri spazi , spontaneamente o grazie ad interventi locali creando aree di notevole valore ambientale e ricreativo, sempre più apprezzate dalle comunità locali.
Spazi rinaturalizzati che vanno tutelati ed adeguatamente ampliati e laddove non possibile, recuperati in altre aree , per rendere ancor più bello, vivo e vivibile il corso d’acqua .
Un’occasione straordinaria, da non perdere!
circolo Legambiente Padova
circolo Legambiente Riviera del Brenta
circolo Legambiente Saonara-Vigonovo
Un paio di anni fa il nostro Circolo la Sarmazza di Saonara Vigonovo ha realizzato un frutteto biologico didattico di piante antiche su un fondo di un nostro socio attraverso un contratto di comodato d’uso gratuito.
Biologico perché questo tipo di coltivazione, rispettosa dell’ambiente e compatibile con un’alimentazione corretta per la nostra salute, è da sempre nel DNA della nostra associazione. Didattico perché la finalità era quella di mostrare a tutti, grandi e soprattutto bambini, che cambiare si può, che l’agricoltura ha bisogno di modelli di sviluppo virtuosi e incentrati sul ciclo naturale e non sullo sfruttamento del terreno. Piante antiche perché sono quelle della tradizione, oggi quasi introvabili, ma le più forti, le più resistenti, quelle che meglio affrontano la lotta contro i nemici naturali senza gli inquinanti chimici usati dall’uomo.
Bel progetto, ma ci siamo subito posto il problema dell’appezzamento che confinava sul lato est, terreno che purtroppo da anni veniva dato dal proprietario in gestione a terzi affinché lo coltivassero con le tradizionali colture delle nostre zone. Quali erano le garanzie che fossero utilizzate modalità di coltivazione rispettose dell’ambiente e coerenti con una tipologia di agricoltura biologica? Praticamente nessuna.
E quindi era inevitabile il pensiero che tutto il nostro progetto fosse a rischio per la contaminazione che le nostre piante avrebbero potuto subire da trattamenti chimici usati nell’apprezzamento contiguo, o quantomeno incompleto, per l’impossibilità di introdurre insetti preziosi nella fase di impollinazione come le api che notoriamente non possono convivere con sostanze pesticide o animali anfibi che avrebbero potuto abitare in una zona umida creata ad hoc.
Perciò da subito è iniziata una trattativa per convincere anche il proprietario del terreno confinante ad affidarci in comodato il suo pezzo di terra. All’inizio il rifiuto è stato netto, troppo diversa la soluzione da noi prospettata rispetto agli usi e costumi perpetrati da decenni. Ma piano piano le cose sono cambiate. Con il passare del tempo che scandiva la crescita degli alberi messi a dimora nel nostro terreno, con la maturazione dei primi frutti, man mano che questa persona verificava la nostra costanza, la nostra passione, il nostro amore per le piante, cominciava ad avvicinarsi, prima quasi furtivamente e poi sempre più in maniera evidente, fino a guardare da vicino e poi a fare le prime domande, ad incuriosirsi, a informarsi, a confrontarsi.
Fino a condividere con noi la gioia di ospitare nel frutteto il ritrovo finale delle biciclettate organizzate dal Circolo alla scoperta del nostro territorio. Ed allora questo anziano contadino ha cominciato a pensare che forse si, si poteva fare, in fondo non era una cattiva idea trasformare anche il suo terreno in un frutteto di piante antiche, robuste, che contengono nel loro DNA la forza per combattere i nemici, senza farsi contaminare da sostanze chimiche che inquinano i frutti che poi noi mangiamo.
E che questo frutteto fosse a disposizione della comunità, per il piacere di tutti di passeggiare in mezzo ad una natura libera da inquinamento e pronta ad offrirci i suoi doni sani, buoni, profumati come oggi difficilmente si riesce a trovare.
E così, finalmente, dalla prossima primavera, con il nuovo appezzamento potremo avere altro spazio per piantare alberi da frutto e creare qualche orto sociale per i soci interessati ad esercitarsi nelle tecniche di coltivazione biologica, potremo allestire le arnie per le api che avranno a disposizione migliaia e migliaia di fiori da impollinare, e potremo preparare uno stagno dove ospitare rane e rospi e, perché no?, tritoni, il tutto in nome di una bio diversità che è garanzia di equilibrio e di salute dell’ambiente.
Legambiente La Sarmazza, di Saonara-Vigonovo
Partecipiamo tutti ed invitiamo gli amici a partecipare a questo incontro di informazione sul referendum del 17 aprile in cui ci sarà un intervento anche del nostro Circolo. E soprattutto andiamo a votare e invitiamo a votare. E’ indispensabile raggiungere il quorum!
Il Comitato Intercomunale Brenta Sicuro organizza un sit-in, invitando tutte le amministrazioni locali oltre che le associazioni e cittadini che hanno a cuore la sicurezza e cura dei territori ed in particolar modo del fiume Brenta-Cunetta (il fiume che scorre da Stra a Brondolo).
L’incontro è organizzato per il giorno 5 marzo prossimo – parte pedonale del ponte sul fiume Brenta a Corte di Piove di Sacco, con orario 11.00-11.30.
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Il Brenta – Cunetta: autentica bomba ad orologeria
Luca Zaia 29/11/2013 :“ «La Regione sta seguendo con grande attenzione la questione della manutenzione degli argini del Brenta, ma sui rischi che questo fiume crea al territorio lungo il quale scorre ha ragione il professor Luigi D’Alpaos: è una bomba a orologeria che va disinnescata” (vedi allegato). Questa grave dichiarazione del presidente della Regione Veneto Luca Zaia non ha prodotto, però, quell’impegno ad affrontare e risolvere le cause che tale affermazione avrebbe presupposto.
Le alluvioni sono manifestazioni tipiche del dissesto idrogeologico, sono causate da un corso d’acqua che, arricchitosi con una portata superiore a quella prevista, rompe le arginature oppure tracima sopra di esse. Questi avvenimenti hanno la caratteristica della ciclicità e sono definiti da misure idraulico-statistiche di portata e di precipitazione, che ne definiscono il tempo di ritorno. L’inevitabilità di questi eventi nel nostro territorio non deve mai essere dimenticata al fine di monitorare la situazione e progettare interventi utili alla salvaguardia dei corsi d’acqua.
Le cause dell’aumento della frequenza dei fenomeni sono :
– l’elevata antropizzazione e la diffusa impermeabilizzazione del territorio, che impedendo l’infiltrazione della pioggia nel terreno, aumentano i quantitativi e le velocità dell’acqua che defluisce verso i fiumi,
– la mancata pulizia degli stessi e la presenza di detriti o di vegetazione che rende critico l’ordinario deflusso dell’acqua.
– i cambiamenti climatici che intensificano le precipitazioni
E’ evidente che una efficiente difesa dalle alluvioni deve basarsi sia:
– su interventi strutturali quali per esempio: manutenzione degli argini, invasi di ritenuta, canali scolmatori,
– sia su interventi relativi alla gestione del territorio: come i provvedimenti di limitazione della edificabilità, oppure quelli relativi alla gestione delle emergenze, che utilizzando modelli di previsione, collegati ad una rete di monitoraggio, preveda la stesura dei piani di emergenza.
La nostra regione sconta decenni di incuria del territorio dovuta ad un’urbanizzazione selvaggia e ad una cronica assenza di manutenzione dei fiumi. Questa totale assenza di sensibilità sul tema della nostra classe politica, sembra stia mutando anche per la forte azione di confronto/proposta degli amministratori locali e dei comitati che perseguono la sicurezza idraulica come priorità. Molti sono i progetti e le opere in via di realizzazione (vari invasi a monte stanno per essere realizzati per un totale di oltre 10 milioni di mc di portata, ila progetto dell’ idrovia PD-mare sembra ben indirizzata, alcuni fiumi -fortemente toccati dai fenomeni alluvionali negli ultimi anni- stanno subendo notevoli attività di rinforzo).
Purtroppo però Il Brenta –Cunetta (il ramo costruito a metà ‘800 per convogliare le acque verso il mare da Strà a Brondolo) soffre di assoluta carenza di manutenzione ma soprattutto non ha un piano di interventi di salvaguardia.
Dopo decenni di totale incuria, subito dopo un importante manifestazione (solo un caso?) a settembre 2013 sono stati eseguiti, in qualche limitato tratto, dei lavori di taglio degli alberi pericolosamente pendenti verso il letto del fiume, di ripresa di alcune frane e di taglio della vegetazione cresciuta incolta (che, in alcune zone copriva quasi interamente il corso del fiume causando una pericoloso freno allo scorrere dell’acqua). Le frane, lungo tutto il percorso, si sono negli ultimi anni moltiplicate addirittura unendosi fra di loro.
Un dettagliato studio del 2011, redatto dalla protezione civile del comune di Campolongo Maggiore (vedi allegato) così recita: “Complessivamente sono interessati circa 1600 m di sponda sull’argine sinistro e 1800 m sull’argine destro, ovvero il 40-45% della tratta arginale presa in considerazione che è pari a circa 8000 m (destra + sinistra), contro un valore del 10-15% calcolato in occasione dei rilievi compiuti nel 2003.” E, sempre lo stesso studio consiglia:” Poiché il Brenta (fiume di rilevanza nazionale) scorre pensile rispetto al circostante piano campagna e, considerando i livelli raggiungibili nel corso delle massime piene, i problemi di filtrazione attraverso le arginature obbligano il Genio Civile Regionale a classificarle a rischio franamento per instabilità del corpo arginale o delle fondazioni.”
Grazie alle istanze dei comitati e alla richiesta delle amministrazioni comunali di Campolongo e Fossò del 2014 il genio civile commissionò uno studio sullo stato degli argini al prof. Ing. A. Mazzucato di Padova (vedi allegato). Tale studio confermò la presenza di : “ ….vulcanelli al piede dell’argine destro dopo la piena del febbraio 2014, rappresentano dei segnali di allarme ed indice dell’instaurarsi di gradienti idraulici in uscita che possono portare a delle criticità significative….”La presenza di fontanazzi, ossia emergenze d’acqua a valle dell’argine, rappresenta un fenomeno estremamente pericoloso . Nel caso l’acqua fuoriuscisse torbida sappiamo che in tal caso ci troveremo davanti alla possibilità che il processo di sifonamento si sia già innescato e la presenza dei vulcanelli ne fa sospettare l’eventualità. Il sifonamento rappresenta infatti un pericolosissimo fenomeno erosivo, se si innesca, tende ad autoalimentarsi e può diventare tanto rapido che talvolta dopo poco tempo il manifestarsi dei primi sintomi (anche poche ore)può avvenire il completo collasso della struttura arginale. Probabilmente per tali motivi le proposte di intervento dello studio prevedono interventi molto importanti:”…..appare opportuno intervenire in destra o mediante la realizzazione di un palancolato metallico a fiume a partire dalla sommità della banca che si trova alla +8,00 circa e spinto fino al terzo strato…”
Consci di questi problemi e delle loro possibili soluzioni e confortati dagli studi del prof. Dalpaos il nostro comitato, assieme a Legambiente ed a molti altre associazioni, ha intrapreso un costruttivo confronto con le amministrazioni locali, gli amministratori regionali e anche con politici regionali e nazionali fino ad arrivare ai ministri delle infrastrutture Del Rio e dell’ambiente Galletti.
Per sollecitare queste indispensabili manutenzioni, il Comitato Brenta sicuro organizza un sit-in, invitando tutte le amministrazioni locali oltre che le associazioni e cittadini che hanno a cuore la sicurezza e cura dei territori.
Redatto da Carlo Martin – Comitato Brenta Sicuro
dic 17th, 2015 by ecopolisnewsletter
Sono sempre più ricorrenti le voci secondo cui TERNA spa, la società monopolista del trasporto di energia elettrica in Italia, sarebbe pronta a presentare un nuovo progetto di elettrodotto lungo l’idrovia Padova-mare, dopo la bocciatura da parte del Consiglio di Stato e conseguente azzeramento del progetto precedente, risalente al 2007. Molti ricorderanno i lunghi anni di battaglie in cui tutti, amministrazioni provinciali e comunali, parrocchie, comitati, associazioni, cittadini, si sono opposti al progetto di elettrodotto aereo……..leggi tutto
Il circolo di Legambiente Sarmazza partecipa con 3 delegati!
Già 250 classi di scuole primarie e secondarie delle provincie di Arezzo, Siena e Grosseto hanno aderito al progetto di educazione ambientale “Ri-creazione”. Questo innovativo percorso didattico nasce quest’anno da una intensa More →